Situazione politico-sociale

Eventi caratterizzanti 

Il contesto politico sociale palestinese è particolarmente mutevole sia per gli eventi esterni che rappresentano delle vere e proprie scosse per la situazione locale, sia per i costanti assestamenti socio-politici interni.

Secondo l’ultimo rapporto OCHA del 2020 continua una prolungata crisi umanitaria nei Territori Palestinesi Occupati, causata da diversi fattori: l'occupazione israeliana, il blocco nella Striscia di Gaza; il mancato rispetto del diritto internazionale; il divario interno tra l'Autorità palestinese e Hamas. A Gaza, la situazione umanitaria rimane drammatica, come dimostrano disoccupazione, povertà e insicurezza alimentare, mentre sporadici episodi di violenza minacciano di scatenare un confronto più ampio. In Cisgiordania, il tasso di demolizioni di strutture palestinesi e di violenza dei coloni rimane elevato, e molti palestinesi, in particolare nell'Area C, Gerusalemme Est, e la città di Hebron (H2), continuano ad affrontare il rischio di trasferimento forzato. In tutto la Cisgiordania, circa 2,4 milioni di palestinesi avranno bisogno di assistenza umanitaria nel 2020, la maggior parte a Gaza.

Nel periodo gennaio – aprile Israele ha fatto demolire, principalmente nel territorio di Betlemme e Gerusalemme, circa 104 strutture (fra cui 26 strutture finanziate con aiuti umanitari), mentre 58 di queste erano alloggi, infrastrutture idriche e strutture sanitarie. Anche le comunità beduine della Cisgiordania, sono costantemente vittima di evacuazioni e smantellamenti, Alcuni esempi su tutti: il 19 Marzo le autorità israeliane hanno imposto l’evacuazione del villaggio beduino di Al Muntar, nella periferia di Gerusalemme, in cui vivevano circa 350 persone. A febbraio i soldati israeliani hanno forzatamente smantellato il villaggio beduino di al-Arakib nel Negev, per la 174esima volta consecutiva, e la quarta volta solo nel 2020. Nei primi sei mesi del 2020 gli attacchi violenti (aggressione, intimidazione o violazione della proprietà) compiuti da coloni e da altri civili israeliani in Cisgiordania sono stati 355 e sono risultati in 83 palestinesi feriti, 4.277 alberi sradicati o danneggiati, 129 macchine vandalizzate.

Il 28 Gennaio 2020 il Presidente americano Donald Trump ha presentato l’Accordo del Secolo. Il progetto, su cui l’amministrazione Trump aveva cominciato a lavorare nel 2016, prevede ampie concessioni a Israele e la creazione di uno stato smilitarizzato chiamato Nuova Palestina. Il Primo Ministro Nethanyahu è stato convocato alla casa bianca per l’occasione, mentre nessun rappresentante di parte palestinese era presente. I punti salienti del piano sono:

  1. Il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele.
  2. Il riconoscimento di Israele come stato ebraico.
  3. Il riconoscimento della sovranità israeliana sulla valle del Giordano e sugli insediamenti dell’Area C della Cisgiordania.

La creazione di uno stato palestinese “smilitarizzato” nel resto dell’Area C e B e di Gaza.

Il 20 Aprile del 2020 si costituisce il nuovo governo di unità nazionale israeliano formato da Netanyahu e Gantz che fra gli accordi di coalizione include anche l’effettiva realizzazione del Piano Trump, a partire dal 1° luglio dello stesso anno. L’Accordo del secolo, prevede, come spiegato sopra, l’annessione (per decisione unilaterale) dei territori su cui sorgono le colonie israeliane (attualmente dichiarate illegali sotto il profilo del diritto internazionale) e l’annessione della Valle del Giordano. Gli oltre 50.000 palestinesi che vi abitano non avranno la cittadinanza israeliana ma resteranno “un’enclave palestinese nel territorio.” Ciò che rimane sarà un territorio smilitarizzato (non uno stato) suddiviso in Bantustan.